Key words: processo decisionale; nudging; decisioni pro-ambientali; effetti del contesto; futuro
Abstract: Il nostro attuale stile di vita non è sostenibile. Un modo per aumentare la sostenibilità è sviluppare tecnologie più ecologiche. Un altro modo, complementare, consiste nel modificare gli atteggiamenti, le abitudini e i comportamenti delle persone. Nell'articolo vengono introdotte sei tecniche che mirano a fare nudging, ovvero a "spingere delicatamente", a "pungolare", le persone verso scelte e comportamenti a favore dell'ambiente.
Questo breve scritto è un estratto dal paper "GREEN NUDGING", di Nicolao Bonini[1], Constantinos Hadjichristidis1,[2] and Michele Graffeo1, apparso su Acta Psychologica Sinica 2017, Vol. 49, No.11, 1-13.
Nudging si può tradurre come spingere qualcuno all'azione, spingere delicatamente, specialmente con il gomito. Il nudging è la disciplina che mira a modificare i comportamenti dei cittadini senza proibire altre opzioni. I primi teorici del nudging sono stati Thaler e Sunstein e Camerer. Il vantaggio principale del nudging su altre tecniche è che quest'ultimo modifica il comportamento agendo sul sistema intuitivo del decisore; non si basa su meccanismi soppressivi o sulla promozione di un modo di pensare analitico/riflessivo. Inoltre, la sua applicazione richiede spesso costi minimi per la pubblica amministrazione.
Esiste uno specifico tipo di nudging che offre un promettente modo alternativo di elaborare politiche ambientali efficaci, il GREEN NUDGING. Nella gamma dei green nudges sei sono quelli che risultano più significativi, qui di seguito brevemente rappresentati.
Quinto green nudge: la predisposizione data dal contesto
Il contesto sensoriale, olfattivo visivo o sonoro, può portare a condizionare le scelte ambientali delle persone. Ad esempio in un esperimento non si spiegava lo scopo dell'indagine ai partecipanti. Li si invitava a visionare delle gradevoli immagini naturali montane, ma il vero scopo dell'esperimento era misurare la loro propensione a riciclare. Veniva quindi dato un biscotto su un tovagliolino. I soggetti che avevano visionato le immagini naturali erano più propensi a riciclare il tovagliolino.
Sesto green nudge: il feedback
Attivare un feedback costante legato ai comportamenti ambientali genera una presa di coscienza e un cambiamento nelle azioni. All'interno dei feedback si individuano tre tipologie.
Primo tipo: il feedback immediato aiuta a creare un'associazione diretta tra causa e effetto, aumentando la consapevolezza dei consumatori riguardo ai costi delle loro scelte di consumo. Se ad esempio si installa accanto all'elettrodomestico un mini contatore che visualizza immediatamente il consumo si incoraggia il suo uso responsabile.
Secondo tipo: feedback ripetuti per un periodo prolungato di tempo possono facilitare la creazione di abitudini, come ad esempio, l'abitudine di spegnere le luci quando si esce dalla stanza.
Terzo tipo: l'efficacia del feedback dipende anche da quanto esso è preciso e specifico. Ad esempio, una analisi dettagliata dei costi energetici per stanza, ora del giorno e apparecchio elettrico singolo, può aiutare i consumatori ad adottare strategie più efficienti per ridurre il loro consumo di energia.
[1] (Department of Economics and Management, University of Trento, Italy)
[2] (Centre for Decision Research, Leeds University Business School, University of Leeds, UK)
Questo breve scritto è un estratto dal paper "GREEN NUDGING", di Nicolao Bonini[1], Constantinos Hadjichristidis1,[2] and Michele Graffeo1, apparso su Acta Psychologica Sinica 2017, Vol. 49, No.11, 1-13.
Nudging si può tradurre come spingere qualcuno all'azione, spingere delicatamente, specialmente con il gomito. Il nudging è la disciplina che mira a modificare i comportamenti dei cittadini senza proibire altre opzioni. I primi teorici del nudging sono stati Thaler e Sunstein e Camerer. Il vantaggio principale del nudging su altre tecniche è che quest'ultimo modifica il comportamento agendo sul sistema intuitivo del decisore; non si basa su meccanismi soppressivi o sulla promozione di un modo di pensare analitico/riflessivo. Inoltre, la sua applicazione richiede spesso costi minimi per la pubblica amministrazione.
Esiste uno specifico tipo di nudging che offre un promettente modo alternativo di elaborare politiche ambientali efficaci, il GREEN NUDGING. Nella gamma dei green nudges sei sono quelli che risultano più significativi, qui di seguito brevemente rappresentati.
Primo green nudge: I Punti di riferimento
Quando viene richiesto di valutare un bene pubblico, le persone sono influenzate da punti di riferimento, che possono essere modificati, esplicitamente o implicitamente, attraverso un messaggio di comunicazione. Comparando l'oggetto di riferimento con altri meno importanti ecco che l'oggetto di riferimento diventa più importante e interessante. Ad esempio si può comunicare ai cittadini che una tassa ambientale potrà essere utilizzata per ripulire il lago limitrofo oppure per contribuire al museo della banca locale. Ecco quindi che i cittadini daranno maggiore valore al loro lago.
Il secondo green nugde: La comunicazione di una norma sociale
La comunicazione delle norme sociali può promuovere comportamenti desiderabili e mettere in risalto quelli indesiderabili.Ad esempio all'interno di un hotel, affiggere una chiaro cartello: "Fra i clienti che hanno soggiornato in questa camera d'albergo, nove su dieci hanno riutilizzato il loro asciugamano " aiuta a ridurre gli sprechi.
Questo perché proprio come la violazione di una legge viene punita, anche la violazione delle norme sociali trova una sua punizione. Tuttavia, il tipo di punizione differisce: la violazione della norma sociale non è punita dalla legge, ma piuttosto dai propri pari. Le sanzioni di solito coinvolgono varie forme di ostracismo, cioè l'emarginazione di una persona da un gruppo, o di vergogna.
Terzo nudge: l'utilizzo di una lingua straniera
Studi recenti hanno dimostrato che comunicare un messaggio in una lingua straniera può influenzare i giudizi e le azioni degli individui. Un esperimento ha mostrato come i soggetti di un esperimento fossero più portati a bere la "recycled water" piuttosto che l'acqua riciclata.
Quarto green nudge: l'opzione di default
È l'opzione predefinita, quella che viene in genere accettata, a meno che il decisore non vi si opponga. Scelte predefinite sono prese sulla base del consenso presunto o implicito, piuttosto che sulla base del consenso esplicito. Un esempio di politica ambientale attiva è quello dell'invio di comunicazioni e fatture ai clienti. Oggi diversi banche, fornitori di energia, enti pubblici, etc., inviano di default le fatture in formato elettronico. I clienti possono richiedere una copia cartacea del conto, ma devono fare una specifica richiesta ed il servizio è a pagamento.
Quando viene richiesto di valutare un bene pubblico, le persone sono influenzate da punti di riferimento, che possono essere modificati, esplicitamente o implicitamente, attraverso un messaggio di comunicazione. Comparando l'oggetto di riferimento con altri meno importanti ecco che l'oggetto di riferimento diventa più importante e interessante. Ad esempio si può comunicare ai cittadini che una tassa ambientale potrà essere utilizzata per ripulire il lago limitrofo oppure per contribuire al museo della banca locale. Ecco quindi che i cittadini daranno maggiore valore al loro lago.
Il secondo green nugde: La comunicazione di una norma sociale
La comunicazione delle norme sociali può promuovere comportamenti desiderabili e mettere in risalto quelli indesiderabili.Ad esempio all'interno di un hotel, affiggere una chiaro cartello: "Fra i clienti che hanno soggiornato in questa camera d'albergo, nove su dieci hanno riutilizzato il loro asciugamano " aiuta a ridurre gli sprechi.
Questo perché proprio come la violazione di una legge viene punita, anche la violazione delle norme sociali trova una sua punizione. Tuttavia, il tipo di punizione differisce: la violazione della norma sociale non è punita dalla legge, ma piuttosto dai propri pari. Le sanzioni di solito coinvolgono varie forme di ostracismo, cioè l'emarginazione di una persona da un gruppo, o di vergogna.
Terzo nudge: l'utilizzo di una lingua straniera
Studi recenti hanno dimostrato che comunicare un messaggio in una lingua straniera può influenzare i giudizi e le azioni degli individui. Un esperimento ha mostrato come i soggetti di un esperimento fossero più portati a bere la "recycled water" piuttosto che l'acqua riciclata.
Quarto green nudge: l'opzione di default
È l'opzione predefinita, quella che viene in genere accettata, a meno che il decisore non vi si opponga. Scelte predefinite sono prese sulla base del consenso presunto o implicito, piuttosto che sulla base del consenso esplicito. Un esempio di politica ambientale attiva è quello dell'invio di comunicazioni e fatture ai clienti. Oggi diversi banche, fornitori di energia, enti pubblici, etc., inviano di default le fatture in formato elettronico. I clienti possono richiedere una copia cartacea del conto, ma devono fare una specifica richiesta ed il servizio è a pagamento.
Quinto green nudge: la predisposizione data dal contesto
Il contesto sensoriale, olfattivo visivo o sonoro, può portare a condizionare le scelte ambientali delle persone. Ad esempio in un esperimento non si spiegava lo scopo dell'indagine ai partecipanti. Li si invitava a visionare delle gradevoli immagini naturali montane, ma il vero scopo dell'esperimento era misurare la loro propensione a riciclare. Veniva quindi dato un biscotto su un tovagliolino. I soggetti che avevano visionato le immagini naturali erano più propensi a riciclare il tovagliolino.
Sesto green nudge: il feedback
Attivare un feedback costante legato ai comportamenti ambientali genera una presa di coscienza e un cambiamento nelle azioni. All'interno dei feedback si individuano tre tipologie.
Primo tipo: il feedback immediato aiuta a creare un'associazione diretta tra causa e effetto, aumentando la consapevolezza dei consumatori riguardo ai costi delle loro scelte di consumo. Se ad esempio si installa accanto all'elettrodomestico un mini contatore che visualizza immediatamente il consumo si incoraggia il suo uso responsabile.
Secondo tipo: feedback ripetuti per un periodo prolungato di tempo possono facilitare la creazione di abitudini, come ad esempio, l'abitudine di spegnere le luci quando si esce dalla stanza.
Terzo tipo: l'efficacia del feedback dipende anche da quanto esso è preciso e specifico. Ad esempio, una analisi dettagliata dei costi energetici per stanza, ora del giorno e apparecchio elettrico singolo, può aiutare i consumatori ad adottare strategie più efficienti per ridurre il loro consumo di energia.
[1] (Department of Economics and Management, University of Trento, Italy)
[2] (Centre for Decision Research, Leeds University Business School, University of Leeds, UK)